Apre oggi miart – fiera internazionale dell’arte moderna e contemporanea, che vede la prima partecipazione del Club degli Orafi Italia, con la mostra “Double\Face – Tangible and Intangible in Art Jewelry“, a cura della Prof.ssa Alba Cappellieri.
Il benvenuto del Presidente Giorgio Villa
“Sono orgoglioso di presentare la prima partecipazione del Club degli Orafi Italia a miart – fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea di Milano. Il legame tra arte e alta gioielleria Made in Italy è talmente forte da rendere superflua ogni spiegazione. L’incredibile maestria degli artigiani orafi italiani ha più volte incrociato nel corso dei secoli l’estro creativo dei più importanti artisti del panorama internazionale, che hanno saputo dare corpo ai sogni e alle visioni attraverso la magistrale lavorazione dei metalli preziosi e delle pietre una forma altissima di espressione creativa. Ecco che il gioiello italiano diventa un oggetto d’arte viva. Con la partecipazione a miart 2023 il Club degli Orafi Italia vuole sensibilizzare il panorama dei buyer e delle Gallerie d’arte internazionali, con l’obiettivo di creare maggiore consapevolezza su un patrimonio unico ancora da esplorare in termini di potenzialità d’investimento artistico. Grazie al sostegno indispensabile di ICE Agenzia, il Club degli Orafi Italia ha il piacere di accogliere i visitatori nel proprio stand, in cui viene presentata una raffinata selezione di opere in grado di rendere tangibile la connessione tra il mondo dell’arte e l’alta gioielleria Made in Italy” – Giorgio Villa Presidente Club degli Orafi Italia
Introduzione
Il tema della mostra è il concetto del doppio o dell’interno | esterno, considerato come trait d’union tra il gioiello e l’arte. Sono stati selezionati gioielli d’arte, gioielli ispirati all’arte e gioielli fatti ad arte, il cui valore è rappresentato tanto dalle qualità tangibili quanto da quelle intangibili.
Double Face fa riferimento a una lavorazione tessile la cui caratteristica sta nel fatto che entrambi i lati del tessuto sono dei dritti, entrambi pregiati e da mostrare grazie alla preziosità della lavorazione.
Il rovescio, la faccia solitamente nascosta e negletta, diventa così protagonista, al pari del dritto, donando all’oggetto un doppio valore.
Il Double Face non è soltanto una metafora o un espediente narrativo ma una vera e propria attitudine che permette di indagare e riflettere sulla “doppia” capacità dei gioielli in mostra.
Gioielli che hanno conquistato un doppio valore in quanto espressioni tanto delle qualità tangibili della gioielleria, rappresentate dalla preziosità dei materiali e della manifattura, quanto di quelle qualità intangibili, che sono quelle dalla creatività, dall’innovazione, dalla sperimentazione e dalle contaminazioni dove l’arte è l’elemento unificatore che pone interrogativi sul senso della preziosità nel contemporaneo.
Double \ Face
Il tema del doppio è centrale nelle arti dove può assumere diverse sfaccettature a seconda del contesto artistico e culturale in cui viene rappresentato.
Da Tiziano ad Anish Kapoor, da Salvador Dalí a Cindy Sherman, da Jan Vermeer a Claes Oldenburg e ancora Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Marina Abramovic, sono numerosi gli artisti che in tutte le epoche hanno esplorato e indagato la diplopia come riflessione sull’identità ma anche sull’invisibile, lo spirituale, le illusioni o le ombre.
Nel gioiello il doppio non ha avuto pari fortuna esegetica, probabilmente perché esso è storicamente un oggetto mono- facciale, che affida la sua preziosità allo splendore dei suoi materiali: le gemme, i metalli o l’alta manifattura.
Gemme preziose e artigianato artistico rappresentano le qualità tangibili del gioiello della tradizione, riconosciute e riconoscibili in tutte le civiltà e in tutti i tempi. La contemporaneità ha donato al gioiello nuovi valori e significati, considerando preziosi anche valori e qualità intangibili come la creatività, la sperimentazione, le contaminazioni, l’autorialità.
II gioiello d’artista nasce, infatti, con gli artisti figurativi che consideravano il gioiello come arte indossabile e come uno dei numerosi media per esprimere la propria poetica.
Nei gioielli d’artista non vi è alcun anelito ornamentale, come accade nella gioielleria o nel gioiello moda, ma neanche simbolismo sociale, religioso, politico o funzione apotropaica, che caratterizzano, invece, i diversi contesti del gioiello dalla preistoria a oggi. Il valore delle loro creazioni è dato dal pensiero artistico dell’autore, dalla sua ricerca e sperimentazione.
Le opere sono state selezionate per le loro Double Face, in termini di qualità tangibili e intangibili, per la loro capacità artistica di esprimere gemme e manifatture preziose ma anche idee, concetti, paesaggi non convenzionali della contemporaneità.
I gioielli in mostra racchiudono concetti artistici maturati da prospettive multiple: sono espressione di importanti collaborazioni con artisti quali Gio’ Pomodoro, che ha creato i gioielli di Cesari & Rinaldi Gemmai e UNOAERRE, e Sergio Fermariello autore del bracciale per de’Nobili, che qui hanno interpretato le rispettive ricerche nel medium del gioiello con risultati di grande interesse e qualità; sono gioielli ispirati all’arte, come negli orecchini Carnevale di Mattioli ispirati al Pointillisme e al Carnevale di Miró, o come nelle avvolgenti creazioni di Vhernier, che rimandano alle forme eleganti e morbide delle sculture di Constantin Brancusi, Max Bill o Barbara Hepworth, o come la collana trasformabile di Alfredo e Correnti, ispirata alle sinuosità dell’Art Nouveau.
Sono gioielli che esplorano le sperimentazioni artistiche, come nel bracciale Wave Carpet di Angeletti dove la tradizione millenaria della gioielleria incontra l’innovazione dei nuovi materiali o come nel teschio di corallo di Liverino che si trasforma in scultura.
Otto autori per interpretazioni Double Face sul rapporto tra arte e gioiello con un unico denominatore comune: sono tutti gioielli fatti ad arte.
Le schede
- Alfredo Correnti
- Angeletti
- Cesari & Rinaldi Gemmai
- de’Nobili
- Liverino 1894
- Mattioli
- UNOAERRE
- Vhernier
Curatore
Alba Cappelieri, Ph.D.
Accademica, curatrice e autrice, è Professore Ordinario di Design del Gioiello e dell’Accessorio Moda al Politecnico di Milano dove è direttore del Master internazionale in Fashion Accessories Design.
Dal 2013 al 2016 ha insegnato Design for Innovation alla Stanford University. È membro del Comitato Scientifico dell’Ecole Van Cleef & Arpels a Parigi, della fondazione Gijs Bakker ad Amsterdam, della Fondazione Cologni a Milano, del Premio Altagamma Giovani imprese di Milano, del De Beers New Talents Awards a Gaborone.
Nel 2017 è stata nominata Ambassador del Design Italiano per l’Italian Design Day a Osaka, nel 2018 a Sydney, nel 2019 a Baku, nel 2020 a Miami, nel 2021 a Rabat, nel 2022 a Hamburg, nel 2023 a Cipro.
Nel 2014 ha fondato e diretto, fino al 2021, il Museo del Gioiello in Basilica Palladiana a Vicenza.
Svolge attività di ricerca, curatoriale e di consulenza per le principali aziende e istituzioni del gioiello internazionali, tra queste: Van Cleef & Arpels, Tiffany, Bulgari, Buccellati, De Beers, Cartier, Pomellato, Chantecler, Roberto Coin, Intisars, Shiphra, Recarlo.
Ha curato numerose mostre internazionali e le sue più recenti pubblicazioni includono:
Buccellati: a century of timeless beauty (Assouline 2021), Bulgari Serpenti: il Potere delle Metamorfosi (Silvana Editoriale 2021), Diva!The Italian Glamour in Fashion Jewelry (Silvana Editoriale 2021), Cleto Munari Jewelry Design (Manfredi 2021), con M. Pirola, Talenti Italiani: Mano, mente, macchina (Marsilio 2020), Van Cleef & Arpels: Time, Nature, Love (Skira 2019), Gioielli, Dall’Art Nouveau al 3d Printing (Skira 2018), Catene, gioielli tra storia, funzione e ornamento (Silvana Editoriale 2018), Brilliant (Corraini 2016), con M.Romanelli Il design italiano incontra il gioiello, (Marsilio 2013).
La brochure
Scarica qui la brochure della mostra