Presentati nel corso dei lavori dell’Assemblea generale 2024 del Club degli Orafi Italia i dati di chiusura del 2023 per il settore orafo italiano, con un focus sui mercati di export e sulle sfide future.
Dopo i buoni risultati del 2022, il settore orafo italiano conferma una buona dinamica anche nel 2023 con una crescita del fatturato del 7,4%. Nonostante un contesto di stabilità della domanda mondiale di gioielli in oro, il comparto ha realizzato esportazioni di gioielli in preziosi per più di 10 miliardi con una crescita dell’11% in valore e del 7,1% in quantità. La crescita si è dimostrata diffusa ai principali mercati di riferimento: nel complesso del settore che comprende anche la bigiotteria e l’argenteria, si collocano come primi mercati gli Stati Uniti (+7,0%) e la Svizzera (+20,7%) con un valore pari a 1,6 miliardi di euro. Si evidenzia il balzo importante delle vendite verso la Turchia (+91,8%) e il consolidamento delle esportazioni verso Francia (+11,3%), Irlanda (+25,2%) e Hong Kong (+13,8%); stabilità invece delle vendite verso Emirati Arabi e leggero calo in Germania (-3,7%).
“Il 2024 potrebbe risentire, soprattutto nella prima parte dell’anno, del rallentamento del ciclo internazionale, conseguenza dell’inflazione e del rialzo dei tassi;” – afferma Stefania Trenti – “le attese però di allentamento delle politiche monetarie e una spinta maggiore nei consumi, rappresentano elementi di sostegno al settore che può contare su un ottimo posizionamento nei mercati internazionali e un’elevata qualità delle proprie produzioni. Il settore orafo italiano ha infatti dimostrato una buona competitività: dopo i brillanti risultati del 2022, ha confermato una buona dinamica anche nel 2023 con una crescita del fatturato del 7,4%, sostenuta in particolare dalle esportazioni che, pur in un contesto di domanda mondiale stabile, sono cresciute dell’11% in valore e del 7,1% in quantità”
“Già nei primi giorni del 2024 sono emersi i primi segnali dell’atteso rallentamento del ciclo internazionale, previsto in particolare per la prima parte dell’anno.” – dichiara Augusto Ungarelli – “Lo affermavano chiaramente gli imprenditori in risposta all’indagine congiunturale di fine 2023, per cui la principale preoccupazione è il calo degli ordini, in particolare dal mercato interno, criticità che nel giro di pochi mesi ha superato tutte le altre, compresa la difficoltà nel reperire manodopera specializzata. Nelle Aziende italiane si continua però a investire per essere sempre pronti alla ripresa del mercato e a dare risposte a un contesto estremamente competitivo dove il Made in Italy continua a fare la differenza.”